Smartworking: quali conseguenze?

SMARTWORKING: tutelare il benessere psicofisico e la qualità di vita

Durante il lockdown circa 8 milioni di italiani hanno lavorato da casa: una modalità nuova a cui ci siamo dovuti adeguare rapidamente.

Nonostante un recente tentativo di ritorno alla precedente quotidianità, ancora oggi, ci viene richiesto di proseguire con la modalità da remoto.

Il lavoro agile è:

una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.

 

Questa definizione sottolinea gli ASPETTI POSITIVI dello smartworking:
flessibilità, autonomia, fiducia, ottimizzazione.

Eppure, esistono anche ASPETTI NEGATIVI e conseguenze importanti sulla salute psichica e fisica.

Le persone hanno reagito in modi diversi:
accanto a chi gioisce per questa nuova opportunità lavorativa, riscoprendo
una maggior flessibilità e una qualità di vita migliore,
vi sono coloro che patiscono la nuova condizione e che non riescono a godere
delle potenzialità intrinseche allo smartworking.

 

Una ricerca LinkedIn ha rivelato che, su un campione di 2 mila lavoratori,
il 46% ammette di sentirsi più ansioso e stressato per il proprio lavoro,
il 21% fatica a staccare la spina, sentendosi perennemente “connesso”,
il 16% teme il licenziamento.

Quali possono essere le CONSEGUENZE PSICOLOGICHE e FISICHE dello smartworking?

ALCUNI LAVORATORI:

  • sperimentano una mancanza di confini spazio temporali
  • faticano a tutelare la vita privata, lavorando più ore del solito e trascurando relax, famiglia, attività sportive e ludiche
  • provano un senso di solitudine, a causa della drastica riduzione degli scambi relazionali con i colleghi
  • mostrano sintomi inscrivibili nella sindrome da burnout (leggi l’articolo Burnout)
  • tendono ad avere un’alimentazione disordinata e poco sana (leggi l’articolo Fame Emotiva)
  • manifestano stati d’ansia e attacchi di panico
  • non riescono a staccare fisicamente, rimanendo seduti parecchie ore davanti al pc e compromettendo la salute fisica
  • mostrano un’alterazione dei normali ritmi sonno-veglia: insonnie e ipersonnie
  • hanno la sensazione di sentirsi ipercontrollati

 

Dati gli innegabili aspetti positivi dello smartworking, tenendo conto anche dei possibili effetti negativi e considerando che il lavoro agile sembra destinato a consolidarsi e proseguire nel tempo,

la vera sfida è riuscire a creare equilibri interni ed esterni che possano tutelare il benessere del lavoratore, senza rinunciare all’efficienza e alla prestazione.

 

Psicologo, Fisioterapista, Osteopata e Nutrizionista
POSSONO AIUTARE il lavoratore a:

ridurre la sintomatologia sul piano psichico e sul piano fisico

comprendere e analizzare la situazione attuale

prevenire il burnout

rivedere e riorganizzare gli aspetti di vita, ripristinando le priorità

separare vita privata e vita professionale

creare equilibri più sani (sonno-veglia, alimentazione, relazioni, sport e tempo libero)

 

 

 

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